Al confine di un podere
I numeri

Dal Cippo di Perugia

Riguardo alle epigrafi sul Cippo di Perugia una nuova versione, presentata di seguito, può essere aggiunta a quella descritta nel precedente lavoro Chiarore sul passato. La nuova soluzione deriva dalle ipotesi elencate nell’articolo Le tasse e il Vaso di Duenos. Secondo le ipotesi i documenti etruschi custodiscono concetti di valore dotto e razionale, con riferimenti ai numeri, spesso mimetizzati e non visibili immediatamente. Nella seguente versione l’argomento già trattato si amplia, senza cambiare nel significato essenziale. Sul cippo il testo rappresentava un solenne promemoria che ricordava all’abitante del luogo i compiti da svolgere, in qualità di custode del podere. Erano elencati vantaggi e premi, meritati per essersi dimostrato persona leale e rispettosa verso quanto richiesto dalle autorità.

Studio delle parole sul cippo

Tornando a studiare la parola t, a, n, n, a si nota la somiglianza con la voce arcaica italiana “tanno”, intesa nel significato di “scorza ricca di tannino, derivata dalla quercia e da altre piante”.

Immaginando che il cippo si sia trovato al confine di un podere, la frase etrusca di introduzione, nel testo sulla parte frontale, trascritta in modo libero: “e, u, r, a, t . t, a, n, n, a . l, a  r, e, z, y, l”, potrebbe essere letta con il seguente significato: “Ascoltate . tanna (bosco) . protetto dal beneficio del sigillo”. Le autorità etrusche apponevano il sigillo e sceglievano i numeri come mezzo di precisione per comunicare alla comunità i propri messaggi. Nella decima frase alcuni segni alfabetici etruschi: “E, N, M, I . 0 I I . 0 I” per la loro forma ricordano i numeri e supponendo di leggere M = ci, la parola E, N, M, I ricorda il termine oncia: “once 0,11 . 0,1”. Il numero 12 ed il simbolo 8 risaltano nelle epigrafi sul cippo e sembrano essere stati parte di un armonioso progetto, basato su immagini, capaci di richiamare alla mente i numeri e i loro rapporti. Gli Etruschi probabilmente si affidarono a questi ultimi credendo che sulla loro traccia si potesse tornare a comprendere le parole, quando esse fossero state dimenticate.

(Riferimenti e ipotesi riguardo ai numeri etruschi si trovano nel precedente articolo Lungo il corso del Tevere. Negli articoli l’argomento della Lingua Etrusca viene studiato in modo libero e teorico. I numeri sono presentati solo come parte di semplici, elementari operazioni di calcolo).

(Latino: auris ascoltatori; usus, usus utile, progetto, perizia, uso, impiego, esercizio, pratica; /tazi/ datio azione di dare, tributo; ratio calcolo, conto, misura, metodo, ragione, considerazione; paiamo da parere, risultare, apparire, sembrare giusto; elatio elazione, elevazione; elato = alto; latum larghezza, esteso; latum da fero, ferre porre, dare; Lari divinità protettrici della città e dei campi; inicio, inicere porre, accennare, far menzione; uncia interesse di un dodicesimo per cento mensile o dell’uno per cento annuo; lis, litis soluzione; lego, legere scegliere, nominare, studiare; liceo, licere valutare; lego, is, legi, lectum, legere cogliere, estrarre, rimuovere, sottrarre, scegliere, studiare, leggere attentamente; laeto, i leto, chi riceveva un fondo da coltivare pagando un tributo al suo padrone; inopertus, a, um scoperto, reso manifesto; inoperor, inoperari impiegare; inoperatus, a, um inoperoso; ops, opis autorità, forza, aiuto, soccorso; e, x, c, u, t, i, o    e, x, c, u, t, e, r, e allontanare, esaminare; exigo, exigere perfezionare, misurare, valutare, considerare; exeo, exire risultare, essere rinviato, evitare) (Italiano: /nodaro/ notaro notaio; resi dal verbo rendere, restituire, dare, ricompensare; accumulazione /interpretata per estensione del suo significato/ riserva di ricchezza per il benessere futuro; moggio antica misura di superficie) (Dialetto: cona angolo; chiau chiave).

Versione
Parte frontale

Audirete . tanna . Lauro sigillo
ama (si prende cura di) voi schiara (chiarire per voi) lautino . valida uno uso (perizia) e
stila abbuona sia sue le lodi ecco dire
tazi uno basileo rito sanciti (detto solennemente) usi (perizia)
rasine sia paiamo (da noi mostrato che) fanne pari
XII valida nodaro sia resa poi
e resa accumulo meglio eseguiamo elatio chiave uno (1/12)
e sa chi appellati (inviato in nome dei) Lari
aulico e . valletto inice e raziona legga (calcola) le
oncia 1 . 0 11 . 01 lisi cona (100) . genu (genere) . e
epiloga . 8 lege laeto redo lascia abbuonasi
calendi una (imposta) sculta (fissata)
baliaci (baliaggio) . schema basilei . valida una
fa indica e pe i munici (proteggere) li te’ (tieni) masi (podere)
inopere (è reso manifesto che) . si ruini ca (ca = per questo motivo) zoldi (soldo) II baliaci ti vo’ (ti chiede)
e lo dia in-a-fido (enfite-usi) . inopere . pone èsse (essere) usi
messaggi . e ca uni uno . ca (poiché è) leale . abbuona vale
dinami (controlliamo attivamente) la di razione e . intimiamo
dirui . canale . valida una . esse e si attiene
tu sani . ecco . valida noa da dire sede
audirai fila tu sani di rasine ècco e
tu sana situi sia di rasina sia schema di cippo
e le doute seguono abbuona muna
fine pure . chi canale fa a redita agio sia

Ascoltate . questo bosco . è protetto dal beneficio del sigillo
si prende cura di chiarire per voi Lautino . che rende valido e si occupa di
stilare l’elenco dei benefici fra i quali sono previste le lodi; egli ora si prepara a dire che
le tasse sono ricavate secondo il rito basileo che stabilisce solennemente che sia calcolata la ragione e sia mostrato che secondo tale calcolo essa è pari a
XII come viene convalidato dal notaio;
egli rende conto del metodo per calcolare la parte dovuta
metodo che è conosciuto bene da coloro che sono inviati in nome dei Lari;
il nobile . valletto fa menzione e calcola il valore delle
once 1 . 011 . 01 risoluzione 100 . genere . e
egli riepiloga . il valore di 8 che equivale a quello da corrispondere come laeto e restituisce tale valore lasciandolo in forma di beneficio;
alle Calende, scadenza fissata per l’imposta,
Baliaggio . schema basileo . rende valida l’imposta
e la mette in atto e spiega che per il bene comune tu ti prendi cura del podere;
è reso manifesto che . se rovini Baliaco ti chiede II soldi
e concede il podere in affido . è reso manifesto che . ne puoi avere uso;
il messaggio . chiarisce che ognuno . che si comporta in modo leale . merita i benefici;
Baliaco rielabora costantemente i valori secondo la ragione e, per l’autorità che gli appartiene, egli intima
che se distruggi . il canale . renderà valida l’imposta . e si atterrà ai precetti;
tu ti prendi cura del luogo . e per questo . rendi nota la tua nuova sede;
ricorderai poi che tu sani lo schema che indica il modo di calcolare la ragione e che
ti prendi cura del luogo,  dello schema e del cippo
e seguiranno benefici e premi;
infine . chi si prende cura del canale merita ogni vantaggio.

Parte laterale

Il messo vole dine sia
a tiene assetto
e ne sei chi ope (assiste)
i cippi linea
di bali mo’ èsca (uscire)
voci pe illata
rinno(v)ado esito
ecco vole dine
a chi li ne dia
tutore uno sia che
inezia e ozio che
e ne sa chi attua
e  mogge si abbia (da assegnare) e
no espandono
i emove illata
una abbia II
dire ene una
azzerata una cala
e dilata una èsca
e lode le i scocca (puntuali)
ècco e, x, c, u, t, e e, x,e,o èsca
e

Il messo giunge per dire che / tu sei chi si prende cura di tenere in assetto / e di conservare / i cippi allineati; / seguirà / un annuncio per il compenso / secondo un nuovo calcolo; / a tale proposito ecco il messo vuole aggiungere / che ti viene dato / il compito di tutore del luogo e che / anche inezia di risultati e pigrizia / vengono considerate e che per questo / la parte di premi, nella porzione da assegnare, / potrebbe non essere ampliata; / come premio viene tolta l’imposta / e ne viene calcolata una invece di due, / solo una, / diminuendo il valore complessivo azzerandone una / e allontanandola nel tempo  / e puntuali e immancabili sono inviate le lodi; / egli conferma che con cura si valuterà la quantità totale dei benefici da distribuire. (Negli articoli precedenti Gemelle Illustri, Le tasse e il Vaso di Duenos si trova descritta più ampiamente l’idea dalla quale proviene anche la seconda ipotetica soluzione, presentata in questo articolo per le epigrafi sul Cippo di Perugia. La prima soluzione e la bibliografia di riferimento si trovano nel precedente articolo Chiarore sul passato).

Bibliografia

Le Monnier – Dizionario illustrato della lingua latina – 1990
Larissa Bonfante – Etruscan, Reading The Past – 1990

Chiarore sul passato
Dal Cippo di Perugia

Vantaggi e premi

Il modo etrusco di organizzare la città e i campi era parte di un sapere affidato agli aruspici, dotati di prestigio per la loro competenza in materia e considerati degni di fiducia. In quella conoscenza rientrava l’arte nel disegnare gli spazi e nel definire i confini. Per fissare i luoghi venivano utilizzati appositi elementi che, ricavati dalla semplice pietra, furono modellati nel tempo con forma geometrica. Ora nella scrittura incisa su un esemplare, conosciuto con il nome di “Cippo di Perugia”, si scopre esposta la disciplina che regolava la loro sistemazione. In modo chiaro e visibile erano elencati i precetti destinati all’abitante del luogo, che oltre a godere dell’uso del terreno si dedicava all’attività principale di vigilare sul podere. Seguivano vantaggi e premi, lasciati come ricompensa per la lealtà e la cura, dimostrate verso quanto descritto con solennità nell’epigrafe.

Cippo

Il “Cippo di Perugia” presenta un lungo testo che si estende su due superfici, l’una ampia e frontale, l’altra laterale, di minori dimensioni. Il monumento viene fatto risalire al III-II secolo a.C. e fu rinvenuto nella campagna a pochi chilometri da Perugia, quando affiorò dal terreno dopo una copiosa pioggia, nell’anno 1822.

Interpretare il testo sul Cippo

Secondo la teoria

Riuscendo a distinguere alcune somiglianze tra parole etrusche e parole italiane, l’autrice di questo studio suggerisce di risolvere la scrittura sul “Cippo di Perugia” valutando voci italiane e modi di dire caratteristici di un dialetto, fra quelli tradizionali del Lazio.

Nel corso della ricerca di tali eventuali affinità risulta inevitabile che il confronto avvenga anche con voci latine, profondamente legate con quelle italiane e con quelle del dialetto, di cui si parla. L’esempio di questo legame viene offerto dalla tipica espressione popolare ié si ita maddumanu “io sono andata questa mattina” nella quale, dopo = “io”, si = “sono”, si trova ita =“andata” da “eo, is, ivi o ii, itum, ire (Latino), andare”. La parola maddumanu o maddimane in dialetto significa “questa mattina”.

Per entrare nei particolari del testo sul “Cippo” la prima parola e, u, r, a, t viene messa in relazione con a, u, d, i, r, e, t, e “ascolterete” e con i, u, r, a, t, i, che proviene da iuro, iurare (Latino) e che per estensione potrebbe trovare soluzione con “degni di fiducia” (la scelta cade su audirete). Vengono comparate: t, a, n, n, a con danno, essi danno “dare”, “concedere”, “conferire”, con tenno, che in dialetto significa essi tengono “tenere”, “possedere”, “custodire”, con attineo, attinere (Latino)“tenere”, “custodire”, “riguardare”, “concernere” (la scelta cade su essi danno); 8, u, s, l, e con basilica, ae (Latino) “edificio pubblico e autorevole”; r, a, s, n, e con resigno, resignare (Latino) “assegnare”, “attribuire”, con rassegna “passare in rassegna”, “esame accurato”, con ragione “fare la ragione”, “fare i conti”, “calcolare” (il significato per r, a, s, n, e è stato considerato anche nell’articolo precedente, intitolato “Gemelle Illustri”); v, e, l, d, i con validus (Latino) “autorevole”, con valide “sì”, “certamente” // “verificare la validità” (la scelta cade su valide); 8, e, l, i con balì, balivo “autorità” e balìo  “autorità”, “messo”; c, l, e, n, d con Calende; c, l, e, t con calata “diminuita” da calare “abbassare”, “diminuire”; i, n, t, e, m, a, m, e con intimiamo da “intimare”. Per quanto riguarda la sequenza etrusca e, u, r, a, t può risultare interessante seguire la riflessione che conduce alla lettura con il verbo “audirete”. Ricordando che il termine latino a, u, r, i, s comprende fra i suoi significati anche quello di “ascoltatori”, si nota che esso si avvicina ad e, u, r, a, t  che  mostra forte somiglianza con o, r, a, t, e da oro, orare (Latino) “parlare”, “dire”. In base a tale affinità nella forma e nel significato “parlare-ascoltare”, se si sostituisce r con d r,la parola e, u, r, a, t,  o, r, a, t, e cambia in a, u, d, i, r, e, t, e “udirete”, “ascolterete”. Il senso generale della versione, ottenuta per il testo sul “Cippo”, resta invariato in entrambe le possibilità. Sembra inoltre essere avvalorata la soluzione scelta per il simbolo etrusco simile a P, sia secondo la lettura tradizionale come r,sia come d r, nel modo sperimentale seguito in questo articolo. La lettura di alcuni simboli etruschi continua per tentativi: (P = r = d r // Y = gi // “simbolo simile ad una piccola freccia, rivolta verso il basso” = s, c, a = s, c, o = s, c, u = s, c, h, e // simbolo simile a M = si = sci = ci // H = f // 8 = b) (Parte frontale /A/ lettura da destra; parte laterale /B/ lettura da sinistra) (Per interpretare le parole etrusche, prese in considerazione, le espressioni del dialetto di cui si parla sono di riferimento solo per una parte delle soluzioni adottate).

Versione
Parte frontale (Lato A)

Audirete . danno . lauro zigillo
ama (con cura) va scria (scrivere) lauto uno . valide inie scie (sapiente)
cita le abbuona (vantaggi) si sa leale e decoro
tue (contempla) azione basileo rito e sana si tesi
resigna (controlla) siepe eme (ottiene) fa anni para
XII valide inie (esamina) derasi e recipie
resi cumuli (complessivi) milia secoli essa chiana (pausa)
e sa chi a plateale (esposta) ora
aulici e . valide nosci (sapiente) addirizza noa locale
inicie . dei (devi) . di lasci cano . cuna . e
placeo (che approva) . Bali che li diritto elicie banno sì
Calendi una esca (emessa) illata (imposta)
Baliaci . scommi (arguto) Basileo . valide inie
fa indica epimenia (parte mensile) calata mesa
nue pare . si diruono caussa li do’ (dove) i Bali citava
elide ne fa uti (in ogni caso) . nue pare . ponesse si
mesa . e ca (che) ognuno . ca leale . abbuona vale
deono meglio a razione e . intimiamo
dirui . canale . valide inie . a esse si a tiene
ti segna . ecco . valide inie di risiede
a udire fa elato (elevato) i segni di resigna (calcolo) coeo (in sintonia)
ti segnasi tei (tuoi) sia di resigna sia schema di cippi
e le doute siguono abbuona muno (premi)
fa ne . nue pare . chi canale affidare a tegi sia

(Latino: emo, emere ottenere, procurarsi // avere cura di; exaro, exarare scrivere; lautus diligente, accurato, nobile; ineo, is, inii, initum, inire entrare, calcolare, prendere in considerazione; derasi da derado, deradere cancellare; recipio, recipere ricavare; tuli da fero, ferre riferire, mostrare, registrare, segnare, offrire; n, u, s mente, sapienza; nosco, noscere conoscere, sapere, esaminare, approvare; novus, a, um nuovo, recente, ultimo; inicio, inicere far menzione, accennare; cano, canere cantare, suonare, dare il segnale; cuna / cuneus settore; placeo, placere approvare, decidere; elicio, elicere far uscire; eligo, eligere scegliere, nominare; Kalendae, arum Calende, il primo giorno del mese; illatus da infero, inferre registrare, pagare; illatio, illationis conclusione logica, imposta; icio e ico, icere concludere un accordo; examino, examinare equilibrare, esaminare, valutare; epimenia razione mensile; mesa, ae quella di mezzo; nuo, nuere accennare // comando; pure senza riserve; pareo, es, parui, /paritum/, parere essere chiaro, essere obbediente, obbedire; pario, parere causare, produrre; pono, ponere porre, porre come custode, assegnare, mettere in ordine; elatum da effero, efferre elevare; ruo, ruere abbattere, scavare; deruo, deruere gettare giù; tego, tegere proteggere, difendere) (Italiano: abbuonare, abbonare considerare con indulgenza; aulico nobile, colto; baliaggio territorio governato dal balì; scomma arguzia / arguto; coevo sincrono, contemporaneo) (Dialetto: scria scrivere; banno bando, pubblico annuncio; mesa metà).

Interpretazione (Lato A)

Solenne annuncio . viene conferito . il beneficio del sigillo

Il messo, nobile e sapiente, giunge in questo luogo e in modo accurato prende nota, / elenca i vantaggi, che sono previsti come ricompensa per un comportamento leale e dignitoso, / segue il cerimoniale, espone la propria autorevole tesi e / calcola l’insieme degli anni rapportati a / XII; egli esamina, ricava / il numero complessivo dei secoli, / ristabilisce i segni adatti per indicare l’epoca; / il nobile messo . controlla, corregge, / rammenta che . si devono . lasciare, nel luogo indicato, segnale e . settore . e / (ricorda che) l’autorità che approva (ogni atto) . Balì può indire il bando / con il valore dell’imposta, emanata alle Calende; / colui che agisce in accordo con il Balì . arguto e garbato basileo . pondera la situazione, / calcola il valore e mette in risalto che questo viene diminuito della metà; / egli impone . di rispettare quanto stabilito nei punti citati dal Balì, / nel caso i segni vengano cancellati . impone . che questi siano ristabiliti; / metà del valore (dell’imposta) . per ognuno . che si sia dimostrato leale . rappresenta un premio / ed è intimato . che il controllo sia fatto nel modo migliore; / se demolisci . canale . (il messo) verifica . si attiene alle proprie istruzioni; / ti assegna . ecco . di risiedere in questo luogo; / egli ti invita a lasciare i segni secondo la composizione assegnata; / ti affida sia il controllo sia lo schema dei cippi / e seguono i dovuti benefici e i premi; / infine . precisa . che al custode del luogo viene dato il compito di proteggere il canale.  

    
Parte laterale (Lato B)

Si enodi lieve
caussa (situazione) a nota
poi che sana e
i noa la posi e
schema li obietto (esposto)
è  do’ (dove)  lo  posi e va
ti scie atto onere
a nota li vacuo (mancante)
di uno loco
che  siano derueti
accesso e zona
do’ ai ecco (qui) sana e
abbia si chiama
no deono po’ (poi) sia no
toglie via eme e
a iubeo (invita a) ogni
uni e inire (considerare) odi
loco na a dire isso
ciascuno atto lui attua
ecco scalati  li-
-s, c, a   e, s, c, u, z, a    s, c, u, c, e

(Latino: enodo, enodare chiarire, spiegare; caussa, ae causa / condizione, situazione; o, b, i, e, c, t, u, m da obicio, obicere esibire, esporre, porre innanzi; e, x, c, u, s, s, o / excuso, excusare scusare, compensare) (Italiano: lisca minima quantità) (Dialetto: noa nuova; scuce, scucire disfare / tirare fuori).

Interpretazione (Lato B)

Breve annuncio

Il messo, inviato dal balì, controlla che la situazione (non sia cambiata), / dopo la sua opera di miglioramento / per la data che viene rinnovata e / schema che viene esposto; / (accerta che ogni elemento) si trovi ancora nel posto assegnato; / svolge il proprio compito; / annota il segno che è mancante, / precisando in quale luogo manchi; / verifica che non siano stati distrutti / l’accesso e la zona, / nell’area che compete alla sua cura; / suggerisce come / comportarsi e raccomanda di / non fare cambiamenti; egli si preoccupa di / invitare ad / ascoltare e a considerare ogni argomento, / poiché colui che dispone (balì) / è colui che attua quanto stabilito / ed è anche colui al quale spetta calcolare / e diminuire compenso atteso. (Ipotesi di lettura per il testo inciso sul “Cippo di Perugia”).

Bibliografia

Massimo Pallottino – Etruscologia – Editore Ulrico Hoepli Milano – 1984, settima edizione
Massimo Pallottino (direzione scientifica di) – gli Etruschi – Bompiani – Milano – 1992
Mauro Cristofani (a cura di) – Dizionario della Civiltà Etrusca – Giunti – Firenze – 1999
Mauro Cristofani (a cura di) – Etruschi, una nuova immagine – Giunti – Firenze – 2006
Romolo Augusto Staccioli – Gli Etruschi – Un popolo tra mito e realtà – Newton Compton editori, Roma, 2006
Massimo Pittau, Professore dell’Università di Sassari – Testi Etruschi, tradotti e commentati con vocabolario – Bulzoni editore – Roma – 1990
Federica Chiesa / Giulio M. Facchetti – Guida insolita, Etruschi – Newton & Compton editori – Roma – 2002
Giulio M. Facchetti – L’enigma svelato della lingua etrusca – Newton & Compton editori – Roma – 2000
Enrico Benelli – Le iscrizioni bilingui etrusco-latine – Leo S. Olschki Editore – Firenze – 1994

Eloquenza antica
Notabili etruschi

Argomento evidente
Specialistico positivo
Lo studio, svolto negli articoli precedenti per conoscere il valore del nome “rasna”, ha suggerito che questo termine potrebbe avere avuto presso gli Etruschi significati riferiti alle attività di “progettisti, costruttori, notai, oratori”. Soluzione questa alla quale si giunge avendo di mira la teoria già esposta, incline ad immaginare la tradizione etrusca come custode di una solida sapienza scientifica. Idea che guida tutta la riflessione, avviata per tentare di conoscere le parole etrusche.

Le traduzioni, realizzate in modo sperimentale per il testo impresso sul “Vaso di Duenos”, hanno ottenuto conferme per le ipotesi alla base della ricerca, mettendo in risalto elementi in relazione con giurisprudenza e tasse. Questi argomenti sono emersi con più determinazione fra quelli che si presume possano essere inclusi nelle sequenze di lettere etrusche e che potrebbero riguardare anche mito, astronomia e  matematica.

La forma della “scriptio continua”, caratteristico metodo con il quale è redatto il documento sul “Vaso di Duenos”, sembra volere rappresentare un implicito invito a cogliere ogni possibile messaggio specialistico e soprattutto positivo. Affidandosi a questa intuizione viene eseguita una terza versione per il “Vaso di Duenos”. Viene posta in risalto la parola “assegno”, scelta in questa occasione, per un suo presunto legame con l’impegno volto alla definizione di un prestito.

Il Vaso di Duenos risolve

La ricerca continua
Soluzioni agevoli

Nel precedente articolo, intitolato “le tasse e il Vaso di Duenos”, le parole del testo etrusco si sono prestate facilmente ad essere suddivise ed è apparsa immediata la capacità che esse mostrano di rivelarsi nella loro veste di parole italiane. La sequenza iniziale diviene l’esempio evidente di questa semplicità.

ASTEDNOISIOPETOITESIAIPAEARIVOIS

ASTED NOI SIO PETO I TESI A IPAIARI VOI // S

AS(S)TED NOI SIO POTE I TES(S)I A IP(P)AIARE VOI

ASSOTAD NOI SIA POTE I TASSI A APPAIARE VOI

Assodato noi sia poti i tasse a appaiare voi = avendo assodato noi che voi siete capaci di pagare le tasse_

Per rendere familiare la pronuncia è stato sufficiente raddoppiare alcune consonanti e interpretare i simboli D e T indifferentemente, assimilandoli fra loro, ricordando che spesso nei dialetti queste due consonanti vengono facilmente scambiate. Nel lavoro di decodificazione le consonanti si sono rivelate determinanti e le vocali hanno rappresentato il sostegno finale per avvalorare la scelta avvenuta.

Moltiplicare le vocali già esistenti nel testo originale e inserire quelle mancanti infatti si dimostra un artificio giustificato, utile per riuscire a sostituire le parole arcaiche con termini italiani e dialettali. Le parole italiane “SUOI” e “NOI” rappresentano un valido esempio di questa condizione.

SUOI (Italiano: aggettivo possessivo)
SEI (Dialetto del Lazio: aggettivo possessivo)(SEI recitato come SE-I)
SUOI (Italiano) = SEI (Dialetto del Lazio)

NOI (Italiano: pronome personale)
NUIA (Dialetto del Lazio: pronome personale)
NOI (Italiano) = NUIA (Dialetto del Lazio)

Osservando gli esempi sopra citati diviene comprensibile che alcuni cambiamenti siano inevitabili e si  potrà accertare come la ricerca sperimentale, avviata in questi articoli per risolvere il testo sul vaso, non abbia operato cambiamenti eccessivi. L’espediente più favorevole consiste nella recitazione lenta, realizzata riflettendo, in attesa che tornino alla mente parole conosciute, voci dotte e specialistiche esistenti nel vocabolario italiano, in quello latino e nei numerosi dialetti parlati nelle regioni italiane, in particolare nel Dialetto del Lazio.

“Riguardo alla giurisprudenza”

Nell’articolo intitolato “riguardo alla giurisprudenza” le sequenze del testo sono state suddivise seguendo un diverso criterio e, dopo che sono stati individuati i termini noti latini e italiani con i quali metterle a confronto, quelle parole arcaiche sono tornate attuali e si sono imposte con tutto il carico di contenuto dotto. Una caratteristica questa del valore erudito che risulta fin dall’inizio della ricerca e che appare evidente anche osservando solo alcuni insiemi di segni etruschi come ASTED e DEIVOS, rilevati dal testo sul “Vaso di Duenos”.

Esistono, secondo la teoria, molte variabili di interpretazione a loro favore.

A STED = A STID = A STITI = essere presente // ASTED = A SETED = a seduta (a convocazione)
DEIVOS = DE AV(V)OS = di avviso // DEIVESSE = dovesse (dovere)
MISV = MIS(SI)V = missiva // MISS V(A) = misso va
MAN OME = mano uomo = mano d’opera // MA NOME = mio nome (mio titolo)
I NOM = e nome_

“Le tasse e il Vaso di Duenos”

Per quanto riguarda l’articolo intitolato “ le tasse e il Vaso di Duenos”, è interessante cogliere il legame mostrato dalla sequenza “IOVESAT” con l’argomento delle tasse.

IOVESAT = IO VES(S)AT = io vessato

Questa sequenza, se letta rovesciata, indica uno dei motivi per i quali la parola “vessato”  assume il suo ruolo di termine che indica “individuo sottoposto a pressione”. Nel caso preso in esame il motivo si troverebbe nella valutazione eccessiva della somma da corrispondere, in relazione alle tasse.

IOVESAT_TASEVOI
TASEVOI = TASE VOI  = TAS(S)E VOI = tasse voi

I termini “vessato” e “tasse”  rivelerebbero un legame logico all’interno del discorso avviato riguardo al presunto discorso specialistico. Un riferimento legato alla “cosa pubblica”. che si presume sia incluso nella speciale sequenza redatta nella forma della “scriptio continua”, impressa sul “Vaso di Duenos”.

“Scriptio continua”

Ogni parola, dedotta dal testo sul vaso, sembra quindi legarsi all’interno di un discorso prevalente di ordine specialistico, trattato negli articoli precedenti con due diverse soluzioni.

La ricerca non si limita alle prime due soluzioni, escogita per il documento nuove interpretazioni sempre più impegnative. Le parole tratte dalle sequenze trascritte e già suddivise nell’articolo intitolato “riguardo alla giurisprudenza”, vengono esaminate rovesciandole e leggendole, seguendo il verso da destra verso sinistra. Metodo questo contrario a quello osservato prima e che si realizzava procedendo da sinistra verso destra.

La “scriptio continua” e la disposizione sinuosa dell’insieme di simboli divengono esse stesse chiara motivazione e sentito incitamento a continuare, ricercando nuove soluzioni. I risultati si prefigurano interessanti.

Parola “assegno”
Per quanto riguarda la scelta di tradurre con il termine “assegno” la sequenza di segni etruschi “noisio”, che letta in senso contrario genera “oision”, sono stati esaminati i seguenti vocaboli latini. Tale analisi ricerca i presunti legami fra questa sequenza e i vocaboli che riferiscono di un impegno teso a concedere sostegno economico.

I vocaboli latini sono esaminati per accertare che il significato conosciuto relativo anche ad un valore economico, incluso nel termine italiano “assegno”, abbia una qualche probabilità di essere assimilato alla sequenza di lettere “oision” ed ad un suo presunto valore specialistico. Tale sequenza di segni mostrerebbe affinità con il concetto legato alle parole “sino” e “oesus”, nelle loro accezioni in relazione con l’impegno per definire “opportunità o godimento di un bene”.

Parole esaminate
Oesus (Latino)__usus = uso, costume, perizia, godimento di una proprietà, usufrutto, utile, profitto, opportunità
Os, oris (Latino) = sorgente, apertura, linguaggio, viso, vista, presenza
As, assis (Latino) = asse = unità di misura per monete, pesi, misure
Sino (Latino) = permettere, concedere
Sinus (Latino) = protezione, possesso
Ineo (Latino) = entrare, calcolare, prendere in considerazione.

Un modo di comunicare simile al linguaggio del volgo

Escogitare nuove soluzioni
Il testo redatto sul “Vaso di Duenos” è composto da tre sequenze di lettere ed è stato esaminato in modo nuovo e sperimentale negli articoli precedenti. Le stesse sequenze di lettere così come esse sono state suddivise nell’articolo “riguardo alla giurisprudenza”, vengono lette rovesciate nella realizzazione della seguente interpretazione.

Per facilitare la comprensione del lavoro che viene presentato di seguito è utile leggere lentamente i termini etruschi così come essi sono riportati. Sarà necessario introdurre le vocali e raddoppiare, se necessario, le consonanti. Queste ultime rappresentano la struttura portante su cui si basa la realizzazione della traduzione e le vocali intervengono per legare tali elementi fondamentali.

A. Testo sul “Vaso di Duenos”

ASTEDNOISIOPETOITESIAIPAEARIVOIS
IOVESATDEIVOSQOIMEDMITATNEITEDENDOCOSMISVIRCOSIED
DVENOSMEDFEKEDENMANOMEINOMDENOINEMEDMALOSTATOD

B. Ipotesi di interpretazione per il testo

N = GN = N
asted, detsa = datasse= per datare = per compilare
noisio, o ision = i assegno = il permesso
peto, ote p = odo pe = ascolto per
itesi, iseti= esiti = esito
ai, ia= eo = per andare (Latino: eo = andare, pervenire)
paka, akap = accipio = ad accordo = (Latino: accipio = trattare // apio = legare)
rivois, si ovir = si avere = se avere
iovesat, tasevoi = desuvei = trascurato /scadenze/ = (Latino: desuesco, desuevi, desuetum)
deivos, s ovied = si avoado = se avvocato
qoimed, demio q = demoe quo = sottrae e per quale scopo
mitat, tati m = dote mo’ = dote ora
nei, i en = i ene = ed è
teden, nedet= nodato = notato = annotato
docos, so cod = sei cado = che sei in perdita
misv, vsim= visamo = visioniamo; esaminiamo
ircos, socri= soccorri = soccorro; sussidio
i ed, de i = dei = riguardo a
dvenos, sonevd = segnavedo = sinus video = protezione visto
med, dem= demo = diamo
feke, eke f = agio fa = agevolazione // sostegno
d en, ne d = ne de = ne dà
ma nome, emonam = immuname = immunità, esenzione
inom, moni= mane = rimane sospeso /il debito/ _(Latino: mineo = rimanere sospeso)
deno, oned = annoto = prendo nota // dveno = e novato = novazione
inemed, demeni = demanio// ufficio
malo, olam= vole mo’ = chiede ora
statod, dota ts = dati tissi = dati dessi //  che tu possa dare gli elementi utili

C. Recitazione

“Per datare, assegno, odo per, esito, eo, appiglio, si avere, desuevi, si avoado, demoe quo, dote mo’, i ene, notato, sei cado, visamo, soccorri, de i, segnavedo, demo, agio, ne dà, immuname, mane, annoto, demano, ole mo’, dati dissi”.

Bibliografia

Mauro Cristofani (a cura di) – Dizionario della Civiltà Etrusca – Giunti, Firenze, 1999 Massimo Pallottino – Etruscologia – Hoepli – Milano – Settima Edizione, 1984
Bibliografia di riferimento per l’epigrafe etrusca:
Giulio M. Facchetti – L’enigma svelato della lingua etrusca – Newton & Compton editori – Roma 2000.