Il mito etrusco
Custodito in uno scrigno

Stirpe di re

Fra le aristocrazie etrusche di Arezzo la famiglia Cilnie fu certamente la più influente e rappresentò la stirpe reale di cui parla la tradizione antica. Questa discendenza viene ricordata dai nomi impressi sul grande scrigno del 300 a.C., conosciuto come il monumento epigrafico dei coniugi Vel Heimni e Thanxvil Kilnei. L’insigne famiglia faceva risalire le origini regali indietro nel tempo, fino a confonderle con il mito. Come mostrano le immagini sul monumento, i principi della dinastia dei Cilnii, prima di iniziare le grandi imprese, ripetevano il rito della discesa nell’Ade immaginando di incontrare i progenitori, simbolo di nobiltà e fonte di alti ideali. Leggenda e rito sembrano essere confermati da due epigrafi, le stesse che riportano i nomi dei coniugi.

Era parte del cerimoniale una supplica che si trova ancora riposta nella prima epigrafe: “x, e, M, scuse; l, a, n, M, lenisci; a, a; l, e, lei; p, i, e, n, pieno; l, i, k, elogio; l, i, lui; p, pio; x, n, scanno (dignità)”; “Nel chiedere perdono, sia lenito il timore della mia anima e possa io ricevere un elogio da parte del re pio”.

La solenne richiesta di clemenza veniva recitata dal principe etrusco mentre scendeva idealmente nell’Ade, impersonando la figura mitica di un eroe il cui nome, leggibile nella seconda epigrafe, coincideva con quello di Peleo, sposo della ninfa Teti. Insieme al saggio avo Eaco e alla ninfa Endeide sembra siano stati questi i protagonisti delle leggende che erano conosciute dalla famiglia Cilnie e che appartennero alla scrittura etrusca sul monumento.

Nei precedenti articoli, iniziando da “Gemelle Illustri”, il modo di leggere i testi sia da destra verso sinistra che in senso contrario mostra di essere efficace per ritrovare i significati delle parole etrusche. Nella seconda epigrafe del monumento, per esempio, le lettere n, i, t, u, t, i non solo richiamano il nome “Endeide”, personaggio femminile nella genealogia di Peleo, ma rievocano anche l’espressione i, t, u, t, i, n “i Titani”, le divinità primordiali al vertice della linea di discendenza che attraverso Zeus ed Eaco conduce fino allo sposo di Teti.
(Lettura di alcuni simboli: v = p = b; h = d = vocali; th = d = f; ; M = si = sci; per interpretare la lettera x che nell’originale etrusco appare simile ad una piccola freccia, la soluzione viene descritta nell’articolo precedente Chiarore sul passato nel quale si trova anche la bibliografia utile per la ricerca) (Latino: licet è legittimo; mel miele; a, b, e, o – a, b, i, r, e sfuggire, non toccare, non essere aggiudicato; e, m, e, r, e ottenere; o, p, s – o, p, i, s forza, potenza, autorità, influsso, aiuto, soccorso, assistenza; e, m, e, a, r, e passare attraverso; eo, is, ivi o ii, itum, ire andare, venire, pervenire) (Italiano: scanno trono, seggio; ma’ madre; ei egli).

Versioni per la seconda epigrafe

Peleo e ma’ niteiti eaco lui uno da | dono a lui ecco e teti una miele abbia

Peleo è stato generato da Eaco e dalla ninfa Endeide | Un dono da assegnare /alla più bella/ viene offerto a Teti e Peleo durante il festeggiamento nuziale; 

Pelide emani Teti Eaco lui uno fi’ (figlio) | fine loco a tuto nome e tale ope (aiuto)

Tu nato da Eaco generi da Teti il Pelide | Infine tu ottieni aiuto solo garantito da una tale nobile discendenza;

Pelide emi annodataa che lene fi’ | fine loco aiutato nume ài da lei ope (forte)

Tu ottieni di circondare /Teti/ affinché addolcita ella generi il Pelide | Infine solo con l’aiuto di un nume tu raggiungi il favore di Teti per generare il forte /Achille/;

Pelide emanato te Eaco lui uno fi’ |  fa ne leggi e Titani emia e ideali pii

Il Pelide è nato da te che sei stato generato da Eaco | In queste parole tramandi le storie che derivano da quelle dei Titani e lasci leggere concetti e alti ideali;

Peleo e emendato Eaco lui nato | diano logo e ti teniamo ivi a lui pii

Tu Peleo vieni purificato dai tuoi errori poiché sei nato da Eaco | Infine ti viene concessa la parola e puoi trovarti alla presenza del re pio;

Peleo a mente tu Eaco linea da | ottieni elegga aiutato nomea ei lui pio

Tu sarai ricordato per la tua linea di discendenza attraverso Eaco | Tu sei degno di essere onorato poiché provieni da una stirpe di re saggi.

Bibliografia per il mito: Ovidio, Metamorfosi
Bibliografia per le epigrafi: Facchetti, 2000

Lungo il corso del Tevere
Una statuetta di bronzo

Ritratto di Aruspice

La statuetta di bronzo del IV secolo a.C. ritrae un aruspice etrusco che indossa un copricapo a forma di cono ed un mantello dal disegno irregolare, chiuso a un lato con un fermaglio. La piccola statua, che reca un’epigrafe impressa sul fianco, misura in altezza 177 millimetri. Proveniente dalle rive del Tevere è custodita presso i Musei Vaticani, Museo Gregoriano Etrusco.

L’artista etrusco modellò nella statuetta la figura dell’aruspice, facendo in modo che, ad un primo sguardo, essa apparisse umile e dimessa. In realtà egli mirava ad orientare l’osservatore oltre l’immediata impressione, indirizzandolo a scoprire lentamente il vero carattere del personaggio rappresentato e quindi a svelare il significato dotto delle parole custodite nell’epigrafe. Seguendo un’idea originale l’artista compose l’epigrafe dissimulandola tra le frange e le rifiniture del mantello. Aggiunse infine un fermaglio a rappresentare il simbolo astronomico della Bilancia.

Il contenuto dell’epigrafe conferma quanto tramandato riguardo agli aruspici etruschi. Questi si dedicavano a ricercare la volontà degli dei, attraverso lo studio dei fenomeni, ma erano soprattutto attenti ad ogni aspetto del sapere. Come indica il fermaglio, applicato sul mantello, essi si interessarono anche al cielo e alle stelle ed inoltre furono impegnati in numerose dottrine a beneficio della comunità.

Cercando numeri e astronomia

Una teoria

L’epigrafe etrusca impressa sul fianco della statuetta viene rappresentata di seguito in modo libero: (MVCIEFDV = FTLRVP . NI). Nel testo si distinguono due brevi tratti orizzontali simili al segno di uguaglianza. Essi vengono risolti anche con le parole rimare e remora. Alcuni caratteri si adattano a più di una soluzione (M = si // V = vocali // C = c = g = b // F = b = f = p = v // L = l = q // P = c = g = p // R = r = d r). Le versioni, svolte per l’epigrafe, si basano sulle considerazioni esposte nell’articolo precedente “Le tasse e il Vaso di Duenos”.

(Latino: iugum giogo, bilanciere, cilindro orizzontale, palo trasversale, costellazione zodiacale della Bilancia o Libra; iugus, a, um congiunto, unito; apex, apicis apice, sommità, ornamento; ineo, inire calcolare, principiare; nuo, nuere accennare; annui da annuo, annuere fare cenno, indicare; queo, quire potere, essere capace di; pono, ponere ritenere, considerare, soppesare, fare i calcoli, proporre un tema; perie (per + eo); per attraverso, lungo, in mezzo a; eo, ire andare, venire, camminare; ruo, ruere slanciarsi, sollevare; exigo, exigere misurare, pesare; adivi da adeo, adire andare, accostarsi, rivolgersi a; iaceo, iacere estendersi, essere calmo; iacio, iacere spargere, gettare lontano; corruo, corruere cadere, far crollare, precipitare; fauces, ium foce; accivi da accio, accire far venire; accepi da accipio, accipere interpretare, accogliere, ricevere; facio, facere produrre; vicis mutamento, scambio, reciprocità; talis seguente; rego, regere condurre, conservare, mantenere, controllare; neo, nere intessere;  praelatum da praefero, praeferre portare innanzi, anticipare; aedifico, aedificare edificare, ordinare, dare buon esempio) (Italiano: butta puntello; bietta cuneo; iri iride, arcobaleno; saia mantello; batalo lista di panno con cappuccio; saggiatrice bilancia di precisione; vite curva, disegno a spirale; remora indugio, ritardo, calma; equo equilibrato; guercio un solo occhio) (Dialetto: butta “esso pende”, buttare, pendere, essere obliquo; pieti piedi; viti “tu vedi”, vedere; unu uno; nou nove).

Versioni

Bilancia

Si (sei) iugo e bietta = beta la ireo epi . nue
“Sei la costellazione della Bilancia, appari obliqua nel cielo = la tua stella ‘beta’ risalta come la più luminosa ed i suoi colori sono simili a quelli dell’iride”;

Un saggio

Saggio vedi = vate quire po . ne
“Nella statuetta è rappresentato un saggio = egli tenta una soluzione per ogni quesito”; 
In . perie (in giro) quieto va = a do’ va è casa
“Il vate viaggia per la regione pacato e silenzioso = in ogni luogo egli viene accolto come nella sua casa”;

Abbigliamento del vate

 Saia che butta = batalo rue co . ni
“Il mantello che pende da un lato = il copricapo si slancia a forma di cono”;
Saggia petto = piete li arco . uno
“Immagine della Bilancia sul petto = in basso un piedistallo a forma di arco”;

Poeta

Odi fai chiosa = una . opera qui tu fai
“Il vate interpreta odi = egli crea una vera opera d’arte”;
Sia eco epodi = piete (piede) alterca . uno
“Nella metrica dell’epodo sembra di ascoltare risonanza = nella ritmica del verso il piede metrico alterna sillabe di misure diverse”;
Si (se) eco vedi = vite allarga . no
“Quando si genera l’eco = le onde sonore si moltiplicano seguendo le regole dei numeri”;

Il fiume

Uno . corri qui Teve /ri = mare/ adivi iacis
“Sei il fiume che scorre in questo luogo =  fluisci lentamente verso il mare”;
In . corrui quo tufo /(=) remora/ ad fauces
“Scavi e precipiti per il fatto che scorri nel tufo  = indugi quando ti avvicini alla foce”;

Numeri

1234567(8) = 12345(6) . 1(2)
8 = 6 + 2;
Sei accivi (accoglie) due = viti (vedi) quattro co . ne (angoli)
“(6 + 2 = 8) = considera la figura geometrica formata da quattro angoli uguali”;
In (riguardo a) . pari lati fa = otto fa basi
“Riguardo alla figura geometrica con i lati uguali = considera il numero otto come misura di base”;
Otto facie si = fate equo raggio . no(v)e // fate guercio (½) . noe (nove)
“Moltiplicare otto per se stesso = considerare il raggio equamente calcolato da nove (9 : 2 = 4,5) // (1 : 2 = 0,5; 0,5 . 9 = 4,5)”
(8 . 8) = (4,5 . 4,5 . 1,77 . 1,77)
64 = 63,44;
Se chiave due = vite la ragio . ne
“Se si considera il numero che moltiplicato per se stesso produce due (1,414 . 1,414 = 1,99) = si ottiene il numero simboleggiato dal disegno a spirale (141) // (141,6 = 8 . 17,7)”;
Ott(o) vece sua = vite (141) qui raggio . nei (intessi)
 “Moltiplicare otto per se stesso = combinare 14,1 con il valore del raggio 4,5” // (14,13 = 3,14 . 4,5) // (1,77 . 1,77 = 3,1329)
(8 . 8) = (14,1 . 4,5)
64 = 63,45;

Equilibrio

Otto vicis = va tale rego . uno
“Reciproco del numero 8 = risultato che moltiplicato per otto conduce a 1” // (1 : 8 = 0,125);

Una tesi

In . prelativo = aedificas
“In accordo con quanto anticipato nella tesi = tu elabori con ordine le argomentazioni”.

Testo di riferimento per l’epigrafe sul bronzetto:
Mauro Cristofani (a cura di) – Etruschi – Una nuova immagine – Giunti, Firenze, 2006

Bibliografia

Massimo Pallottino – Etruscologia – Editore Ulrico Hoepli Milano – 1984, settima edizione
Massimo Pallottino (direzione scientifica di) – gli Etruschi – Bompiani – Milano – 1992
Mauro Cristofani (a cura di) – Dizionario della Civiltà Etrusca – Giunti – Firenze – 1999
Mauro Cristofani (a cura di) – Etruschi, una nuova immagine – Giunti – Firenze – 2006
Romolo Augusto Staccioli – Gli Etruschi – Un popolo tra mito e realtà – Newton Compton editori, Roma, 2006
Massimo Pittau, Professore dell’Università di Sassari – Testi Etruschi, tradotti e commentati con vocabolario – Bulzoni editore – Roma – 1990
Federica Chiesa / Giulio M. Facchetti – Guida insolita, Etruschi – Newton & Compton editori – Roma – 2002
Giulio M. Facchetti – L’enigma svelato della lingua etrusca – Newton & Compton editori – Roma – 2000
Enrico Benelli – Le iscrizioni bilingui etrusco-latine – Leo S. Olschki Editore – Firenze – 1994

Chiarore sul passato
Dal Cippo di Perugia

Vantaggi e premi

Il modo etrusco di organizzare la città e i campi era parte di un sapere affidato agli aruspici, dotati di prestigio per la loro competenza in materia e considerati degni di fiducia. In quella conoscenza rientrava l’arte nel disegnare gli spazi e nel definire i confini. Per fissare i luoghi venivano utilizzati appositi elementi che, ricavati dalla semplice pietra, furono modellati nel tempo con forma geometrica. Ora nella scrittura incisa su un esemplare, conosciuto con il nome di “Cippo di Perugia”, si scopre esposta la disciplina che regolava la loro sistemazione. In modo chiaro e visibile erano elencati i precetti destinati all’abitante del luogo, che oltre a godere dell’uso del terreno si dedicava all’attività principale di vigilare sul podere. Seguivano vantaggi e premi, lasciati come ricompensa per la lealtà e la cura, dimostrate verso quanto descritto con solennità nell’epigrafe.

Cippo

Il “Cippo di Perugia” presenta un lungo testo che si estende su due superfici, l’una ampia e frontale, l’altra laterale, di minori dimensioni. Il monumento viene fatto risalire al III-II secolo a.C. e fu rinvenuto nella campagna a pochi chilometri da Perugia, quando affiorò dal terreno dopo una copiosa pioggia, nell’anno 1822.

Interpretare il testo sul Cippo

Secondo la teoria

Riuscendo a distinguere alcune somiglianze tra parole etrusche e parole italiane, l’autrice di questo studio suggerisce di risolvere la scrittura sul “Cippo di Perugia” valutando voci italiane e modi di dire caratteristici di un dialetto, fra quelli tradizionali del Lazio.

Nel corso della ricerca di tali eventuali affinità risulta inevitabile che il confronto avvenga anche con voci latine, profondamente legate con quelle italiane e con quelle del dialetto, di cui si parla. L’esempio di questo legame viene offerto dalla tipica espressione popolare ié si ita maddumanu “io sono andata questa mattina” nella quale, dopo = “io”, si = “sono”, si trova ita =“andata” da “eo, is, ivi o ii, itum, ire (Latino), andare”. La parola maddumanu o maddimane in dialetto significa “questa mattina”.

Per entrare nei particolari del testo sul “Cippo” la prima parola e, u, r, a, t viene messa in relazione con a, u, d, i, r, e, t, e “ascolterete” e con i, u, r, a, t, i, che proviene da iuro, iurare (Latino) e che per estensione potrebbe trovare soluzione con “degni di fiducia” (la scelta cade su audirete). Vengono comparate: t, a, n, n, a con danno, essi danno “dare”, “concedere”, “conferire”, con tenno, che in dialetto significa essi tengono “tenere”, “possedere”, “custodire”, con attineo, attinere (Latino)“tenere”, “custodire”, “riguardare”, “concernere” (la scelta cade su essi danno); 8, u, s, l, e con basilica, ae (Latino) “edificio pubblico e autorevole”; r, a, s, n, e con resigno, resignare (Latino) “assegnare”, “attribuire”, con rassegna “passare in rassegna”, “esame accurato”, con ragione “fare la ragione”, “fare i conti”, “calcolare” (il significato per r, a, s, n, e è stato considerato anche nell’articolo precedente, intitolato “Gemelle Illustri”); v, e, l, d, i con validus (Latino) “autorevole”, con valide “sì”, “certamente” // “verificare la validità” (la scelta cade su valide); 8, e, l, i con balì, balivo “autorità” e balìo  “autorità”, “messo”; c, l, e, n, d con Calende; c, l, e, t con calata “diminuita” da calare “abbassare”, “diminuire”; i, n, t, e, m, a, m, e con intimiamo da “intimare”. Per quanto riguarda la sequenza etrusca e, u, r, a, t può risultare interessante seguire la riflessione che conduce alla lettura con il verbo “audirete”. Ricordando che il termine latino a, u, r, i, s comprende fra i suoi significati anche quello di “ascoltatori”, si nota che esso si avvicina ad e, u, r, a, t  che  mostra forte somiglianza con o, r, a, t, e da oro, orare (Latino) “parlare”, “dire”. In base a tale affinità nella forma e nel significato “parlare-ascoltare”, se si sostituisce r con d r,la parola e, u, r, a, t,  o, r, a, t, e cambia in a, u, d, i, r, e, t, e “udirete”, “ascolterete”. Il senso generale della versione, ottenuta per il testo sul “Cippo”, resta invariato in entrambe le possibilità. Sembra inoltre essere avvalorata la soluzione scelta per il simbolo etrusco simile a P, sia secondo la lettura tradizionale come r,sia come d r, nel modo sperimentale seguito in questo articolo. La lettura di alcuni simboli etruschi continua per tentativi: (P = r = d r // Y = gi // “simbolo simile ad una piccola freccia, rivolta verso il basso” = s, c, a = s, c, o = s, c, u = s, c, h, e // simbolo simile a M = si = sci = ci // H = f // 8 = b) (Parte frontale /A/ lettura da destra; parte laterale /B/ lettura da sinistra) (Per interpretare le parole etrusche, prese in considerazione, le espressioni del dialetto di cui si parla sono di riferimento solo per una parte delle soluzioni adottate).

Versione
Parte frontale (Lato A)

Audirete . danno . lauro zigillo
ama (con cura) va scria (scrivere) lauto uno . valide inie scie (sapiente)
cita le abbuona (vantaggi) si sa leale e decoro
tue (contempla) azione basileo rito e sana si tesi
resigna (controlla) siepe eme (ottiene) fa anni para
XII valide inie (esamina) derasi e recipie
resi cumuli (complessivi) milia secoli essa chiana (pausa)
e sa chi a plateale (esposta) ora
aulici e . valide nosci (sapiente) addirizza noa locale
inicie . dei (devi) . di lasci cano . cuna . e
placeo (che approva) . Bali che li diritto elicie banno sì
Calendi una esca (emessa) illata (imposta)
Baliaci . scommi (arguto) Basileo . valide inie
fa indica epimenia (parte mensile) calata mesa
nue pare . si diruono caussa li do’ (dove) i Bali citava
elide ne fa uti (in ogni caso) . nue pare . ponesse si
mesa . e ca (che) ognuno . ca leale . abbuona vale
deono meglio a razione e . intimiamo
dirui . canale . valide inie . a esse si a tiene
ti segna . ecco . valide inie di risiede
a udire fa elato (elevato) i segni di resigna (calcolo) coeo (in sintonia)
ti segnasi tei (tuoi) sia di resigna sia schema di cippi
e le doute siguono abbuona muno (premi)
fa ne . nue pare . chi canale affidare a tegi sia

(Latino: emo, emere ottenere, procurarsi // avere cura di; exaro, exarare scrivere; lautus diligente, accurato, nobile; ineo, is, inii, initum, inire entrare, calcolare, prendere in considerazione; derasi da derado, deradere cancellare; recipio, recipere ricavare; tuli da fero, ferre riferire, mostrare, registrare, segnare, offrire; n, u, s mente, sapienza; nosco, noscere conoscere, sapere, esaminare, approvare; novus, a, um nuovo, recente, ultimo; inicio, inicere far menzione, accennare; cano, canere cantare, suonare, dare il segnale; cuna / cuneus settore; placeo, placere approvare, decidere; elicio, elicere far uscire; eligo, eligere scegliere, nominare; Kalendae, arum Calende, il primo giorno del mese; illatus da infero, inferre registrare, pagare; illatio, illationis conclusione logica, imposta; icio e ico, icere concludere un accordo; examino, examinare equilibrare, esaminare, valutare; epimenia razione mensile; mesa, ae quella di mezzo; nuo, nuere accennare // comando; pure senza riserve; pareo, es, parui, /paritum/, parere essere chiaro, essere obbediente, obbedire; pario, parere causare, produrre; pono, ponere porre, porre come custode, assegnare, mettere in ordine; elatum da effero, efferre elevare; ruo, ruere abbattere, scavare; deruo, deruere gettare giù; tego, tegere proteggere, difendere) (Italiano: abbuonare, abbonare considerare con indulgenza; aulico nobile, colto; baliaggio territorio governato dal balì; scomma arguzia / arguto; coevo sincrono, contemporaneo) (Dialetto: scria scrivere; banno bando, pubblico annuncio; mesa metà).

Interpretazione (Lato A)

Solenne annuncio . viene conferito . il beneficio del sigillo

Il messo, nobile e sapiente, giunge in questo luogo e in modo accurato prende nota, / elenca i vantaggi, che sono previsti come ricompensa per un comportamento leale e dignitoso, / segue il cerimoniale, espone la propria autorevole tesi e / calcola l’insieme degli anni rapportati a / XII; egli esamina, ricava / il numero complessivo dei secoli, / ristabilisce i segni adatti per indicare l’epoca; / il nobile messo . controlla, corregge, / rammenta che . si devono . lasciare, nel luogo indicato, segnale e . settore . e / (ricorda che) l’autorità che approva (ogni atto) . Balì può indire il bando / con il valore dell’imposta, emanata alle Calende; / colui che agisce in accordo con il Balì . arguto e garbato basileo . pondera la situazione, / calcola il valore e mette in risalto che questo viene diminuito della metà; / egli impone . di rispettare quanto stabilito nei punti citati dal Balì, / nel caso i segni vengano cancellati . impone . che questi siano ristabiliti; / metà del valore (dell’imposta) . per ognuno . che si sia dimostrato leale . rappresenta un premio / ed è intimato . che il controllo sia fatto nel modo migliore; / se demolisci . canale . (il messo) verifica . si attiene alle proprie istruzioni; / ti assegna . ecco . di risiedere in questo luogo; / egli ti invita a lasciare i segni secondo la composizione assegnata; / ti affida sia il controllo sia lo schema dei cippi / e seguono i dovuti benefici e i premi; / infine . precisa . che al custode del luogo viene dato il compito di proteggere il canale.  

    
Parte laterale (Lato B)

Si enodi lieve
caussa (situazione) a nota
poi che sana e
i noa la posi e
schema li obietto (esposto)
è  do’ (dove)  lo  posi e va
ti scie atto onere
a nota li vacuo (mancante)
di uno loco
che  siano derueti
accesso e zona
do’ ai ecco (qui) sana e
abbia si chiama
no deono po’ (poi) sia no
toglie via eme e
a iubeo (invita a) ogni
uni e inire (considerare) odi
loco na a dire isso
ciascuno atto lui attua
ecco scalati  li-
-s, c, a   e, s, c, u, z, a    s, c, u, c, e

(Latino: enodo, enodare chiarire, spiegare; caussa, ae causa / condizione, situazione; o, b, i, e, c, t, u, m da obicio, obicere esibire, esporre, porre innanzi; e, x, c, u, s, s, o / excuso, excusare scusare, compensare) (Italiano: lisca minima quantità) (Dialetto: noa nuova; scuce, scucire disfare / tirare fuori).

Interpretazione (Lato B)

Breve annuncio

Il messo, inviato dal balì, controlla che la situazione (non sia cambiata), / dopo la sua opera di miglioramento / per la data che viene rinnovata e / schema che viene esposto; / (accerta che ogni elemento) si trovi ancora nel posto assegnato; / svolge il proprio compito; / annota il segno che è mancante, / precisando in quale luogo manchi; / verifica che non siano stati distrutti / l’accesso e la zona, / nell’area che compete alla sua cura; / suggerisce come / comportarsi e raccomanda di / non fare cambiamenti; egli si preoccupa di / invitare ad / ascoltare e a considerare ogni argomento, / poiché colui che dispone (balì) / è colui che attua quanto stabilito / ed è anche colui al quale spetta calcolare / e diminuire compenso atteso. (Ipotesi di lettura per il testo inciso sul “Cippo di Perugia”).

Bibliografia

Massimo Pallottino – Etruscologia – Editore Ulrico Hoepli Milano – 1984, settima edizione
Massimo Pallottino (direzione scientifica di) – gli Etruschi – Bompiani – Milano – 1992
Mauro Cristofani (a cura di) – Dizionario della Civiltà Etrusca – Giunti – Firenze – 1999
Mauro Cristofani (a cura di) – Etruschi, una nuova immagine – Giunti – Firenze – 2006
Romolo Augusto Staccioli – Gli Etruschi – Un popolo tra mito e realtà – Newton Compton editori, Roma, 2006
Massimo Pittau, Professore dell’Università di Sassari – Testi Etruschi, tradotti e commentati con vocabolario – Bulzoni editore – Roma – 1990
Federica Chiesa / Giulio M. Facchetti – Guida insolita, Etruschi – Newton & Compton editori – Roma – 2002
Giulio M. Facchetti – L’enigma svelato della lingua etrusca – Newton & Compton editori – Roma – 2000
Enrico Benelli – Le iscrizioni bilingui etrusco-latine – Leo S. Olschki Editore – Firenze – 1994